Dalla trasmissione Report:
UOMINI E TOPI

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MILENA GABANELLI IN STUDIO
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Ma anche tanti altri prodotti devono essere testati, per esempio le tante sostanze chimiche con cui siamo quotidianamente in contatto e i test di tossicità si fanno su topi o conigli perché questo dice la legge . In realtà da molti anni per quel che riguarda la tossicità ci sarebbe un’alternativa, che darebbe anche migliori risultati

VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTRICE
La dottoressa Stammati dell’Istituto superiore di sanità ha partecipato al progetto Meic nel quale, 15 anni fa, hanno testato in vitro una cinquantina di sostanze delle quali si conosceva già la tossicità sull’uomo. Con quali risultati?

ANNALAURA STAMMATI – Istituto superiore di sanità 
Una maggiore predittività delle cellule umane rispetto a quelle animali, Cosa che del resto ci si aspettava, ma il vantaggio più importante di lavorare in vitro è quello di poter usare cellule di origine umana.

VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTRICE
Senza usare organismi vivi ma solo provette e cellule, umane e animali, hanno ritestato la tossicità di 50 sostanze, farmaci, pesticidi, caffeina, nicotina e altro, e hanno visto che le cellule umane erano molto più predittive di quelle animali.

MASSIMO TETTAMANTI - tossicologo
I risultati hanno dato per la prima volta in assoluto a livello internazionale il fatto che i metodi alternativi che fanno uso di materiale umano risultano più predittivi del 20% delle prove su animali e sempre del 20% rispetto alle cellule animali.

VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTRICE
Quindi non solo le cellule umane funzionano meglio di quelle animali ma anche degli stessi animali vivi.

ANNALAURA STAMMATI – Istituto superiore di sanità
La ricerca di nuovi metodi non è soltanto legata al problema etico dell’uso di animali ma anche a cercare di trovare nuovi metodi più affidabili. 

VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTRICE
Questo significa che invece di mettere una sostanza irritante dentro all’occhio di un coniglio si può usare un modellino di pelle umana. L’animale non soffre e l’eventuale collirio è più sicuro.
Anche a Parigi sono andati avanti e c’è un altro metodo che sostituisce gli animali detto plus rna

CLAUDE REISS - biologo, Centre National Recherches Paris 
Questi puntini sono i geni di una cellula. Mettendoli a contatto con una sostanza noi possiamo capire con precisione se è tossica o meno a seconda del colore che si attiva. E oltretutto questi sistemi sono molto rapidi, bastano tra le 24 e le 48 ore, e sono anche molto economici rispetto a quelli che utilizzano gli animali.

VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTRICE
Ma allora perché non li usiamo? Anche perché un progetto europeo che si chiama reach, impone di testare circa 30 mila sostanze chimiche già in commercio. Si useranno milioni di animali, costerà circa 6 miliardi di euro e, nella migliore delle ipotesi, durerà almeno 13 anni. Ma quali sono queste sostanze?

YVON SLINGENBERG - commissione ambiente comunità europea
Possono essere di tutto e possono essere ovunque perché stiamo parlando di singole sostanze chimiche e ogni prodotto ne contiene molte. Perciò possono essere nelle nostre case, nei mobili, per esempio, o nelle pitture delle pareti, nelle automobili, dal cruscotto alla vernice... Ma anche nei chip o nelle schede dei nostri computer. O negli imballaggi o confezioni che usiamo ogni giorno.

AUTRICE
Lei sa che la maggior parte delle sostanze con cui siamo in contatto non sono mai state testate?

UOMO 1
No.

AUTRICE
E si sente tranquillo?

UOMO 2
Adesso che me l’ha detto no.

UOMO 3
Ci affidiamo alla sorte.

YVON SLINGENBERG - commissione ambiente Comunità europea
Delle tante sostanze chimiche che sono oggi sul mercato solo il 14% è stato testato. E comunque non abbiamo dati sufficienti sulla salute umana.

VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTRICE
E per testarle si useranno moltissimi animali. Ma allora se i test che abbiamo visto a Parigi o quelli da noi in vitro danno risultati più attendibili rispetto agli animali, costano meno e sono anche più veloci perché dobbiamo continuare a sacrificare animali?

YVON SLINGENBERG - commissione ambiente Comunità europea
Purtroppo bisogna validarli e non è ancora stato fatto.

VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTRICE 
Chi deve validare è l’istituto europeo Ecvam. È a Ispra, sul lago Maggiore. 
Perché non avete fatto nulla in tutti questi anni?


THOMAS HARTUNG - Ecvam
Validare significa anche confrontare i nuovi metodi con quelli vecchi per vedere se danno risultati uguali o, come ci auguriamo, migliori. E il confronto noi lo dobbiamo fare con gli esperimenti sugli animali, cioè con un metodo che non è mai stato validato. Anche se si è visto dall’esperienza che dava buoni risultati.

VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTRICE
Per essere validato un nuovo sistema va confrontato con quello precedente, cioè quello sugli animali, che però non è mai stato considerato formalmente valido. 
E così è tutto fermo, in attesa, qui ad Ispra, sul lago Maggiore, di non si sa cosa… intanto per testare le 30 mila sostanze si continueranno ad usare gli animali. Anche se sappiamo che da 15 anni si potrebbe sperimentare in vitro con risultati più precisi, minori costi e tempi più rapidi. 


YVON SLINGENBERG - commissione ambiente Comunità europea 
Non sappiamo con certezza se i prodotti chimici che sono sul mercato possono farci venire il cancro, le allergie o darci problemi di sterilità.

CLAUDE REISS - biologo, Centre National Recherches Paris
Questa è la curva della mortalità per cancro in funzione del tempo. Qui vediamo che aumenta di 7 volte per la classe di età tra i 40 e i 44 anni. E proprio a partire dagli anni ’60 quando la maggior parte dei prodotti chimici sono stati introdotti sul mercato. Noi crediamo che il 90-95% dei tumori sia di origine ambientale.

VOCE FUORI CAMPO DELL’AUTRICE
Origine ambientale significa tutto quello che mangiamo, beviamo e respiriamo, pertanto questi test sarebbe meglio farli in fretta e invece li stanno rimandando da almeno 30 anni.

CLAUDE REISS - biologo, Centre National Recherches Paris
Ho l’impressione che sia stato fatto un gran polverone che scontenta tutti, politici, economisti, industriali e quelli che si occupano della salute. Gli industriali non saranno certo contenti perché non solo devono pagarsi i test, ma sanno perfettamente che quasi la metà dei loro prodotti potrebbe essere ritirata dal mercato perché sono pericolosi per la salute umana. 

MILENA GABANELLI IN STUDIO
E infatti Confindustria insorge perché l’applicazione di questo progetto europeo prevede che i test li dovrebbero fare le aziende, le stesse che poi magari rischiano di vedere alcuni loro prodotti ritirati dal mercato. E allora minaccia perdita di posti di lavoro e calo del prodotto interno lordo. Alla fine non sempre quel che conta è la salute.